In senso stretto quindi la comunicazione si svolge su un terreno di libertà e pertanto non è pianificabile. In un senso più ampio tuttavia, possiamo pianificare il nostro sforzo teso ad aprire un processo di comunicazione. Se è vero che per comunicare bisogna essere almeno in due, è anche vero che è sempre uno che lancia la proposta e prepara il terreno adatto alla collaborazione.
Nellesaminare i tre modi della comunicazione ( v. "Differenza tra comunicare e informare: tre modalità fondamentali di comunicazione ) abbiamo visto che in tutti i casi il compito del comunicatore consiste nel saper superare la diffidenza della controparte. Occorre quindi saper farsi accettare dalla controparte nel ruolo in cui ci si propone. Questo significa anche saper vincere le resistenze e questa vittoria effettivamente si può ritenere come un obiettivo strategico che ha pertanto bisogno di una adeguata pianificazione strategica.
È chiaro però che tale strategia cambia radicalmente a seconda della modalità di comunicazione che si intende adottare. Quando si tratta di vincere occorre superare le resistenze e quindi occorre non dire espressamente ciò che si vuole comunicare ma preparare il terreno in modo che questo sia il pensiero della controparte; lopposto nel caso dellinformazione.
Nel caso della propaganda noi vogliamo vincere la resistenza della controparte perché la vogliamo assoggettare ai nostri interessi; nel caso delleducazione invece vogliamo vincere la resistenza della controparte perché vogliamo renderla più consapevole e più libera. Si tratta quindi di due modalità opposte, anche se nelle forme di presentazione alla controparte si possono usare linguaggi simili.
Nel caso dellinformazione, dove il rapporto tende ad essere il più possibile neutrale, occorre semplicemente riuscire ad accreditarsi come professionalmente capaci di rendere il servizio, e allo stesso tempo illustrare i vantaggi che la controparte ottiene nellusufruire di questo servizio.