Project Communication Managemet
Communication for Participatory Approach and
Transparency to Development Actions and Policies
See aslo Participatory Approach and Transparency to Development Actions and Policies
Introduction Methods and Tools
Appreciation-Influence-Control (AIC)
Objectives-Oriented Project Planning (ZOPP)
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How to promote participation in a meeting
How to Participate in a Meeting (that you did not call)
Planning and executing a communication action for promoting awareness
Communication for Participatory Approach and Transparency to Development Actions and Policies
Governance del territorio e progetto sociale
Un programma del SSN per favorire l’ascolto e la partecipazione dei cittadini e degli utenti.
Partecipazione tra progetto e processo
Tools for participatory planning and decision-making
The Six Steps in the partnership process
Step 1
The local authority decides to involve local communities in participatory planning of waste management services. The local authority starts a dialogue with influential representatives from a neighbourhood community;
Step 2
Community leaders, supported by a facilitating agency (and sometimes by local experts), make an initial investigation to identify all actors who have a stake in waste management in that neighbourhood community and to assess their problems and resources;
Step 3
The actors with the largest interest and stake in improving waste management in the neighbourhood are invited to join a formal stakeholder group;
Step 4
A community-based issue analysis will be carried out by a facilitating agency (usually a NGO) under supervision of the stakeholder group, involving the community, service providers and stakeholders;
Step 5
The stakeholder group, with consultants or local experts, prepares and implements a waste management action plan;
Step 6
Tthe local authority institutionalises the partnerships process with communities and other partners.(Source: Tools for decision-makers, M. Muller and L. Hoffman, 2001, UWEP, Waste)
Esiste il rischio che la partecipazione si traduca in tentativi
di “fare accettare” o di “convincere” i destinatari sulla
fattibilità di interventi esterni e sulla qualità di tecniche
e metodi non conosciuti o non apprezzati, sui quali si cerca di
ottenere un consenso.
Per evitare tale rischio e per mirare a una partecipazione
effettiva, si deve verificare che:
• i destinatari e gli altri attori concorrano all’identificazione dei
problemi e alla definizione degli obiettivi nella fase di
formulazione;
• l’iniziativa sia, una volta formulata, fatta conoscere nella
zona e sia oggetto di discussioni;
• i destinatari investano in termini finanziari e attraverso
la fornitura di manodopera, nella realizzazione dell’iniziativa,
sulla base di accordi chiari;
• le “resistenze” da parte dei destinatari e degli altri attori ai
cambiamenti impliciti nella logica del progetto
non siano trascurate, ma, all’opposto, siano oggetto
di analisi e di discussioni, per trovare soluzioni accettabili;
• Si possa ri-orientare l’iniziativa, in fase di Realizzazione, sulla
base degli esiti conseguiti e del grado di soddisfacimento dei
bisogni del GD.
Per quanto riguarda più specificamente la valutazione, i beneficiari e gli altri stakeholders possono essere coinvolti nelle seguenti attività:
- la stesura e validazione dei termini di riferimento;
- la messa a punto del piano di lavoro da realizzare in loco;
- la fase di verifica in loco, prima della partenza del gruppo dei valutatori, delle conclusioni e raccomandazioni preliminari;
- l’identificazione delle modifiche da apportare.
- Se la partecipazione è applicata in tutte le cinque fasi
sopraelencate, si potrà parlare di valutazione partecipativa.
L’applicazione dell’approccio partecipativo al monitoraggio
e alla valutazione è facilitata negli interventi gestiti dalle ONG,
che tradizionalmente lo applicano e, nel caso di interventi
gestiti da soggetti diversi dalle ONG, quando la strategia
dell’intervento è stata definita dando enfasi alla
partecipazione.
In conclusione la partecipazione, aumenta le speranze di
successo e la sostenibilità delle attività di APS:
• favorendo il decentramento istituzionale
• adattando le iniziative alle condizioni locali
• incrementando la motivazione e la disponibilità degli attori
• contribuendo a diminuire o a superare i conflitti
Justification of the participatory approach
It is widely recognised that policies to combat urban degradation are best effective if originated at the local level and be based on local participation. Local communities have a greater stake than anyone else in managing and improving their living environment while ensuring the long term health and business environments. (EU policies)
Effective changes cannot be simply legislated. To be effective, they require co-operative action between all parties: State government, Municipalities, community-based groups, and inhabitants. Local communities play a larger role in the diagnosis and evaluation, design and implementation of development alternatives.
Some Characteristics of Participatory Methods
Despite some clear differences in methodology, most participatory approaches share some common core principles:
Respect for the individual as an adult with experience, ideas and concerns of his/her own. Substantive content is not imposed on adults. Instead opportunities are provided to tap their own rich experience and to identify issues and situations requiring further analysis. Thus, participants are part of a process in which, in lieu of an instructor, there is a facilitator who encourages group participation and who is also learning from the process. The facilitator does not lecture but instead involves participants in inclusive and engaging tasks such as defining their own ‘ground rules’ on attendance and participation in the sessions.
Ensuring an enabling environment in which the participants feel comfortable in expressing their ideas and in supporting or challenging each other if they so wish. This is particularly important in an area such as HIV/AIDS where sensitive issues are likely to emerge concerning sex and sexuality, stigma, gender and power relations, blame and hostility, family crisis and pain. To create and maintain this type of enabling environment, the facilitator tries to minimise hierarchical relationships, for example, by positioning tables and chairs within the working rooms in such a way as to ensure that participants can move around freely and form subgroups of different sizes.
Use of non-conventional discussion media: pictures, cut out figures, "chits", props or other aids which the participants themselves can manipulate, sort out, prioritize, modify and interpret as they wish. This is another means of equalizing communication opportunities and helping to uncover talents within the group that might otherwise not be disclosed in a more formally stratified setting. Such tools potentially give all members of the group the opportunity to be involved in some way since it takes many different talents, for example, to create a mural, take part in a role play, or actively engage in group problem-solving. The aids also help to enliven the session, providing scope for creativity, analysis, planning and humour.
La partecipazione crea ambienti di trasformazione capaci di attirare energie diffuse e anche risorse e finanziamenti privati aggiuntivi e più in generale una positiva e molecolare trasformazione del territorio
da parte degli abitanti.
(I cantieri sociali per la ricostruzione della città – Giancarlo Paba)
L’aspetto probabilmente più caratterizzante di un atteggiamento effettivamente partecipativo consiste nella possibilità di costruire pubblicamente le scelte: ogni specifico atto progettuale avviene almeno potenzialmente in pubblico, deve potersi motivare esplicitamente, e può essere discusso in comune, fra i diversi soggetti coinvolti nel complesso percorso progettuale.
Queste le linee costitutive della metodologia partecipativa, i nodi di particolare rilievo che definiscono le condizioni ed i vantaggi di un atteggiamento partecipativo:
1. Interattività: la reciproca influenza fra le posizioni che si confrontano e le consapevolezza di ciascun attore di dover argomentare pubblicamente le proprie posizioni, comportano un clima di lavoro basato su una produttiva insicurezza, su una virtuosa indeterminatezza nella quale non esistono posizioni legittime di per sé, ma ciascuno è tenuto a promuovere argomenti sostenibili in pubblico.
2. Radicalità: la capacità di andare alla radice delle cose, cioè di mettere in discussione immagini consolidate, elementi che sembrano acquisiti, immodificabili, e che per questo risultano inutilmente conflittuali.È possibile così mettere in evidenza il valore costruttivo del conflitto, e d’altra parte alcune sue componenti ineliminabili.
3. Soggettività: l’esperienza diretta assume un ruolo decisivo, aiuta a riconoscere la fertilità del coinvolgimento delle componenti emotive degli attori in gioco, anche di quelli professionali. Per conseguire la conoscenza di un luogo e per effettuare la sua trasformazione è necessario il coinvolgimento anche nella pratica concreta del luogo stesso, senza allontanare la carica emozionale che ogni pratica diretta comporta.
4. Specificità: mettere al centro dell’attenzione le competenze locali e persino le modalità di conoscenza dei non esperti comporta il fatto di trovarsi confrontati con situazioni sempre diverse, nelle quali ciò che può essere replicato di ogni metodologia sta più nell’ambito dei principi generali che in quello delle indicazioni operative.
5. Legittimità: volontà effettiva del committente di prendere sul serio i risultati del lavoro, è il tema della pertinenza. È la combinazione fra la configurazione ordinata del processo ed il coinvolgimento di dimensioni legate al senso del luogo che permette di leggere tra le righe, a mettere gli esperti nelle condizioni di tentare, con umiltà ma con sicurezza, di interpretare la gran massa di informazioni espresse in una molteplicità di linguaggi nel corso del lavoro.
Come la partecipazione dovrebbe essere, condizioni e possibilità (da leggere “cosa c’è nella metodologia partecipativa che si propone e i vantaggi”):
- La conoscenza locale è il perno dell’analisi territoriale e sociale sviluppata nei progetti di produzione sociale di città e territorio. Una diversa idea della conoscenza è alla base del progetto partecipato.
- L’ascolto critico costituisce il fabbisogno, cerca i bisogni taciuti, esplicita i desideri inespressi.
L’ascolto critico è una strategia che si avvale di strumenti di sollecitazione attiva e intenzionale.
- Gli abitanti sono persone complete e attive, sono produttori di territorio e di ambiente.
I progetti di partecipazione si rivolgono a persone e comunità ed assumono per intero la ricchezza di competenze, professioni e disponibilità delle popolazioni coinvolte.
- Le esperienze di partecipazione costituiscono un precedente, vivono nel tempo, si fissano nella memoria, costituiscono o rafforzano la storia della comunità e dell’insediamento. La partecipazione deve essere in grado di ricostruire un filo di continuità della microstoria dei luoghi, di addensare e approfondire la “struttura fibrosa” (Lewis Mumford) della società locale.
- I workshop di progettazione locale creano un clima che consente una continua ristrutturazione delle aspettative e delle volontà; essi trasformano le “preferenze adattative” (Elster) in desideri autonomi, in “volizioni” (Lindblom) consapevoli e coraggiose.
- La partecipazione è un laboratorio creativo di comunicazione efficace. Nei cantieri sociali si realizza un uso largo e creativo di strumenti di comunicazione. I laboratori sono alla fine anche scuola impropria, informale, luogo di produzione, apprendimento e circolazione di immagini ed idee.
- I bambini sono (possono essere) protagonisti diretti delle nuove esperienze di partecipazione.
Esiste una forma di specifica competenza spaziale dei bambini, di analisi e di progetto.
- Il processo di partecipazione è spesso contemporaneamente costruttore di comunità nelle situazioni urbane, sempre più frequenti, di assenza di legami sociali consolidati.
- Il processo di partecipazione deve comportare qualche forma di incremento di potere degli esclusi (empowerment), qualche forma di re-dislocazione del potere nella scena politica locale.
- La partecipazione crea un livello più alto di collaborazione tra amministratori ed amministrati.
I progetti di partecipazione sono spesso progetti complessi, intersettoriali; questa natura costringe le amministrazioni al coordinamento interdipartimentale e rende attive le mediazioni tra governo centrale cittadino.
- La partecipazione può essere capace di creare, o catturare, nuove risorse finanziarie, fornendo i progetti necessari per il loro impiego; oppure può orientare diversamente, secondo progetti più adatti alle caratteristiche dei luoghi e degli abitanti, le risorse esistenti; o ancora può migliorare l’impiego delle risorse anche solo attraverso il coordinamento dei finanziamenti ordinari.
L'organizzazione e gestione di un processo partecipativo si inquadra in una classica procedura di gestione progettuale improntata alla logica del "miglioramento continuo", utilizzato sia in campo sociale che imprenditoriale. In generale si tratta di definire degli obiettivi e dei target, le modalità con cui raggiungerli, la loro attuazione, la loro verifica e la verifica di quanto programmato e raggiunto al fine di migliorare sia le prestazioni che il processo utilizzato, o in altre parole di migliorare continuamente l'efficacia e l'efficienza del progetto. Il lavoro del dipartimento è una combinazione di questi ingredienti:
§ La partecipazione, ossia il coinvolgimento attivo e rappresentativo di tutti i portatori di interesse di una comunità locale;
§ Un approccio interdisciplinare, ossia utilizzare diverse discipline, saperi, linguaggi nell'analisi e nella progettazione delle azioni da realizzare;
§ Un approccio integrato, focalizzando l'ambito di analisi e progettazione sull'interazione tra problematiche ambientali, sociali, economiche e istituzionali e sull'utilizzo di diversi strumenti tecnici e non tecnici, volontari e normativi, formali e informali;
§ La responsabilità, come impegno di ogni singolo attore nella realizzazione di singole azioni per obiettivi più complessivi e come fattore di attivazione di partenariato tra diversi attori;
§ La continuità, come fattore di crescita qualitativa, di sviluppo di capacità relazionali, tecniche, progettuali e quantitativa, in termini di risultati raggiunti dal punto di vista della sostenibilità sociale, economica, ambientale
Metodologia, caratteristiche e fasi di lavoro del dipartimento:
1. Princìpi e visione di sostenibilità condivisi
2. Forum.
3. Gruppi di lavoro tematici
4. Analisi intersettoriale dei problemi ambientali, sociali ed economici
5. Conduzione - facilitazione
6. Piano di Azione
7. Programmi di azioni tematiche
8. Attuazione
9. Monitoraggio e verifica